Come insegnare a leggere all'uomo della tua vita by Vincent Monadé

Come insegnare a leggere all'uomo della tua vita by Vincent Monadé

autore:Vincent Monadé [Monadé, Vincent]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Education, General, Self-Help
ISBN: 9788811602651
Google: NJlIDwAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2018-02-07T23:00:00+00:00


Per invogliarlo

Kathrine Kressmann Taylor, Destinatario sconosciuto, BUR Rizzoli, 2003.

Georges Simenon, Una testa in gioco, Adelphi, 1995.

Per farlo familiarizzare

Shalom Auslander, Il lamento del prepuzio, Guanda, 2010.

Stephen King, La metà oscura, Sperling & Kupfer, 2014.

Per leggere insieme

Raymond Chandler, Il grande sonno, Feltrinelli, 2013.

Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo, Garzanti, 2015.

8.

LA PARATA DEL GALLO (IL PRANZO DI FAMIGLIA E LA CENA MONDANA COME ARMI ASSOLUTE)

La cena dei cretini, di Francis Veber, è di sicuro uno dei film che mi mette più a disagio. Dato che probabilmente cene simili ci sono state davvero, mi metto al posto degli innocenti convitati che, tutti contenti di essere lì, in amicizia, rilassati, danno spettacolo per un pubblico di cinici, si rendono ridicoli senza saperlo e poi se ne vanno, felici e beati, senza capire che sono appena stati oggetto di un’impostura studiata per deriderli. Certamente, il film è riuscito e Jacques Villeret è un attore formidabile. Però impone un riso malvagio, mettendo lo spettatore in una posizione che lo fa sentire superiore alla gente di cui ride, rassicurandolo sulla sua intelligenza e facendone (forse è questa la morale di Veber) lo zimbello del regista, ovvero un idiota egoista e pieno di sé che deride un poveretto dal cuore d’oro.

Spesso, le nostre cene sembrano un remake di quel film. In quanti posti siamo andati dove, se qualcuno si presenta come disoccupato od operaio, magazziniere, fattorino, cassiere, non esiste più, subito relegato fra coloro che non hanno niente da dire lì dove imperversa, brillante, la conversazione sul cinema, sulla politica, sulla letteratura? In fondo, siamo poco diversi dagli attori del film Ridicule di Patrice Leconte, affascinati da una conversazione mondana di cui bisogna possedere i codici, convinti che lo snobismo parigino sostituisca intelligenza e sensibilità.

All’uomo piace brillare. Non vuol perdere il suo rango. Vorrebbe che gli altri sposassero sempre il suo punto di vista, desidera essere al centro delle conversazioni, animare le serate. Fa sfoggio di sé, gonfia il petto, esibisce le penne. Se poi è dotato di umorismo, supera sé stesso e cattura la tavolata con la parola, suscitando l’ilarità dei commensali. Se non lo è, racconta barzellette e finisce col mettere in imbarazzo i suoi famigliari.

I libri che bisogna aver letto – in genere i due o tre di cui si parla nei media e che non passeranno alla posterità – sono uno degli argomenti di ogni cena che si rispetti. Più condivisibile della politica, la letteratura permette di evitare che i commensali si scambino ingiurie, polverizzino le fragili leggi della civiltà e finiscano col venire alle mani (salvo che nei festival letterari dove lo schietto cameratismo che regna a volte tra scrittori può portare a manifestazioni di amicizia profonda). Di conseguenza, leggere è un obbligo e colui che, per ragioni eccellenti, non è lettore si ritrova estromesso dalla conversazione, vagamente compatito, vagamente disprezzato.

Quelle occhiate di commiserazione quando, fra pera e formaggio, Tesoruccio confessa di non leggere, quel declassamento improvviso, come se da interessante che era cinque minuti prima si fosse trasformato in seggiola, a volte ti hanno fatta soffrire.



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